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Ardita Juventus, nuova stagione sempre con Coach Griffanti Bartoli in panchina

L’Ardita Juventus di Guido Griffanti Bartoli si prepara a una nuova avventura in Serie B in Piemonte. La società genovese, inserita nel Girone B, è reduce da una stagione straordinaria: al primo anno nella categoria le ragazze hanno raggiunto le semifinali Playoff, chiudendo così tra le prime quattro. Ora si riparte, con l’esordio fissato per sabato 11 ottobre alle 21:00, in casa, contro Area Pro 2020.
Coach Griffanti Bartoli sottolinea come la squadra sia rimasta pressoché invariata: «Il gruppo, il nucleo dello scorso anno, è rimasto invariato, le ragazze sono più o meno le stesse». Qualche cambiamento, comunque, c’è stato: «Carola Ajmar si è presa un anno di pausa, mentre Chiara Storchi è uscita per motivi lavorativi». La continuità resta però la cifra principale di questa Ardita, che riparte dalla base solida costruita nel campionato passato.
Il tecnico guarda al percorso recente come a un patrimonio da valorizzare: «Veniamo da una stagione che è andata ben oltre le aspettative, questo è abbastanza banale da dire, ma è la verità. L’anno scorso abbiamo costruito un’identità sia tecnica sia di affiatamento con pubblico, Settore Giovanile e società». Un ambiente che il coach vuole mantenere «professionale ma anche di massima serenità».
La novità più grande di questa stagione riguarda la collocazione nel girone: «Quest’anno siamo stati inseriti nel Girone B, ci sono anche alcune squadre di Torino. È un girone molto diverso rispetto allo scorso anno e secondo me il livello si è alzato un pochino, perché ho visto che tutte le squadre hanno preso giocatrici nuove».
Nonostante le difficoltà di un campionato più competitivo, l’approccio è positivo: «Abbiamo iniziato bene la stagione, non sono uno che si entusiasma facilmente, però oggettivamente lo spirito dello scorso anno si sta ripresentando anche quest’anno». Spirito che si traduce in «voglia, entusiasmo, piacere a stare in palestra e insieme», elementi che per Griffanti Bartoli rappresentano «la nostra forza, la nostra identità».Sul fronte degli obiettivi il tecnico mantiene prudenza: «Parlare di aspettative è sempre difficile perché ci sono troppi attori in gioco. Io sono un po’ dell’idea che si giochi una partita alla volta e man mano si vede dove si può arrivare, ricordando che l’anno scorso siamo partite per salvarci».